Obiettivi climatici 2020: l’impegno delle multinazionali

30 Dic 2020Sostenibilità

Negli ultimi anni, numerose multinazionali si sono impegnate per raggiungere le emissioni zero, sollecitate sia dagli investitori che dai consumatori. Nella maggior parte dei casi, però, l’obiettivo non sarà raggiunto prima della metà del secolo.

Nel 2015, alcune grandi aziende statunitensi hanno risposto alla call dell’amministrazione Obama, in relazione agli obiettivi posti dall’Accordo di Parigi, individuando nel 2020 la deadline per raggiungere obiettivi di sostenibilità a breve termine. Firmando il cosiddetto “American Business Act on Climate Pledge”, gli amministratori delegati di grandi realtà industriali come Johnson & Johnson e Pacific Gas and Electric Co., per citarne alcune, hanno sottoscritto obiettivi quinquennali multipli riguardanti energia, emissioni e rifiuti.

Essendo prossima la fine dell’anno, è ora di controllare a che punto sono.

Per poter svolgere una ricerca approfondita, ci siamo affidati al rapporto di Bloomberg Green, che ha analizzato ben 187 provvedimenti contro il #climatechange che avrebbero dovuto essere messi in atto entro il 2020. La buona notizia è che la maggior parte di essi (138) sono già stati rispettati o lo saranno entro la fine dell’anno.

La maggior parte delle aziende che hanno fatto piani quinquennali hanno promesso di ridurre le proprie emissioni di CO2 concentrandosi sulle temperature degli uffici (Scope 1) o l’utilizzo di energia rinnovabile negli stabilimenti (Scope 2). Le cosiddette emissioni “Scope 3”, che coprono le catene di approvvigionamento e i clienti di un’azienda, si sono rivelate le più difficili da abbattere, in quanto prevedono un netto cambiamento nel comportamento dei consumatori. Il rivenditore Best Buy Co., per esempio, sta cercando di ridurre i costi energetici dei clienti vendendo prodotti più efficienti dal punto di vista energetico.

Anche in Europa, come negli USA, diverse aziende stanno avanzando a grandi passi verso il 100% green: l’Oreal è riuscita a ridurre le emissioni nei suoi impianti e nei centri di distribuzione del 79% rispetto al 2005; Siemens, superando l’obiettivo iniziale (il 60%), è sulla buona strada per dimezzare la propria impronta di carbonio; Microsoft e Ikea, infine, stanno divenendo aziende carbon-negative, rimuovendo più CO2 dall’aria di quanta ne emettano.

La neutralità da CO2 sarà raggiungibile solo in decenni di grande impegno, rendendo cruciale fissare obiettivi a breve termine. Semplificando le procedure per l’acquisto da parte delle aziende dei crediti di carbonio con il sostegno finanziario ad attività ecofriendly, come la riforestazione, sarà più facile verificare i progressi e il riconoscimento da parte delle autorità preposte > vedi l’articolo: “Arbolia: l’Italia respira verde”.

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